Il Santuario e la Dea

Alla scoperta di un luogo unico e affascinante

 

  Ricostruzione ideale del tempio "dorico" dedicato ad Atena (Athenaion) a Castro (Lecce) - Italia

L’estremo lembo est d' Italia, il Salento, è una terra di confine in cui si incontrano e si mescolano da sempre le civiltà di Occidente e di Oriente.  Dinamiche millenarie hanno lasciato echi d'arte magnifici e inaspettati.

Castro, conosciuto in antico come Castrum Minervae, da millenni domina l’ingresso al Mare Adriatico, noto come “la bocca del golfo Ionio”, rappresenta bene queste complesse connessioni di mondi. Sin dalla sua mitica fondazione in territorio messapico ad opera di Idomeneo, re di Creta, reduce dalla guerra di Troia combattuta come alleato degli Achei.

Questo promontorio presenta molteplici caratteri che lo rendono riconoscibile come luogo pervaso di sacro e spazio identitario per molte culture e differenti civiltà.

Uno snodo assai interessante è rappresentato dal fatto che il più antico insediamento iapigio sulla rocca, risalente all’età del Ferro (VIII sec. a.C.), fu realizzato su di un luogo di culto preesistente. Un’ area sacra delimitata da un recinto che la distingueva dallo spazio profano.

Cosa rendeva questo particolare sito differente dal territorio circostante?

Sicuramente l’essere un promontorio che, come rilievo, assume tutta la sacralità della montagna, perché l’altitudine, da sempre, mette in relazione l’umano con il sovrumano, sino alla sua accezione cosmica. Ma il promontorio, oltre a elevarsi si incunea nel mare e si connette con la potenza acquea.

Già queste caratteristiche rendono il posto significativo; eppure, esso diventa oltremodo unico per la presenza, sulla sommità, di una profonda cavità  carsica  (dalla particolare forma simile alla chiglia di una nave rovesciata) che si apre come una ferita cesarea nei banchi di roccia. Lunga 30 metri, con un orientamento da nord a sud, proprio l’asse su cui si manifesta l’oscillante potenza del sole, attraverso i solstizi estivo e invernale. L’antro è in grado di raccogliere le acque meteoriche ed ha rappresentato nei secoli una preziosa riserva d’acqua dolce in una terra arida.

All’altezza e alla vastità dell’orizzonte marino si aggiunge quindi, un altro elemento espressione del sacro, l’oscura e generosa profondità della terra.

Non a caso, quando i greci di Taranto in accordo con le popolazioni messapiche decisero di edificare un tempio lo dedicarono ad una divinità femminile: Atena, erede dell’antica Grande Madre la cui presenza era percepita da millenni in quella gravina. E quando tutte le successive culture che si sono insediate su quel promontorio vi hanno edificato santuari si sono sempre ispirate a divinità femminili compresa, in ultimo, la Madonna a cui è dedicata l’attuale cattedrale di Castro. 

 

Cattedrale di Castro dedicata a Santa Maria SS. Annunziata (foto autore).

   Nel mondo antico il Sacro non era mai separato dal mondo profano, anzi queste dimensioni interagivano e sostenevano l’orizzonte quotidiano degli uomini.

Il promontorio di Castro (Akra Iapyghia) proteggeva una rara baia pugliese idonea all’approdo. Uno spazio strategico per la vasta rete dei commerci mediterranei.

  

       Veduta ideale del tempio dorico dedicato ad Atena (Athenaion) sul promontorio di Castro- Lecce-.

 Il santuario che dominava lo spazio marino era un fondamentale punto di riferimento topografico per la navigazione e rientrava nella articolata geografia dei luoghi consacrati, da una parte all’altra, sia dell’Adriatico, sia dello Ionio, tutti condivisi da molteplici etnie e tradizioni religiose.

 Nel noto passaggio dell’Eneide Virgilio nel III libro evoca liricamente la percezione che i marinai antichi avevano proprio di quell’approdo:

“Crescono le brezze sperate, e già il porto si apre / ormai vicino, e sulla rocca appare il tempio di Minerva. / I compagni raccolgono le vele e volgono a riva le prue. / Il porto è curvato ad arco dal flutto orientale;

 / le rocce protese spumeggiano di spruzzi salmastri, / ma esso è al riparo: turriti scogli abbassano / le braccia in duplice muro, e il tempio si addentra dalla riva.”

(Eneide, III, 530-536)

 Le indagini archeologiche condotte a Castro a partire dall’anno 2000 hanno permesso di identificare il Santuario di Atena (Athenaion) citato da molti autori antichi, in particolare proprio da Virgilio che descrive il primo approdo sulla costa d’Italia dei Troiani in fuga, dalla distruzione della loro città, guidati da Enea. Come aveva vaticinato l'oracolo di Apollo dell'isola sacra di Delo, alla fine Enea aveva trovato la Grande Madre

 

 Da visitare per capire questa storia affascinante 

https://www.museoarcheologicocastro.it/home/ 

 

 

 

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